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L'antonomasia
Anche l'antonomasia ci offre uno strumento per operare tali accorgimenti: essa consiste in una sostituzione letterale di una determinata parola con una locuzione, una specie di appellativo o, per di più, un gioco di parole (perifrasi) che le attribuisca un tono celebrativo, una sorta di etichetta di distinzione. Letteralmente, il termine si traduce in: chiamare qualcuno o qualcosa con un altro nome o figura che ne contraddistingua la qualità.
Spesso scambiata con il soprannome, questa figura retorica si utilizza per indicare con un unico nome o “modo di dire” un determinato concetto, vediamo come:
- Utilizzando un nome proprio per attribuire al concetto ciò che quel nome rappresenta:
Quel ragazzo è un Casanova per intendere “Quel ragazzo è un seduttore”;
- Utilizzando un nome generico o una figura che indichi quel determinato concetto:
Il Poeta Maledetto per indicare Charles Baudelaire.
Con l'antonomasia si conferisce al concetto espresso una qualità che abbia importanza distintiva, che eccelga tra le altre:
- l'artista per antonomasia è Leonardo Da Vinci;
- il “cattivo” per antonomasia è Jack Nicholson
e così via.