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Passato prossimo
Per identificare intervalli di tempo trascorsi, cronologicamente non classificabili come “contemporanei”, la lingua italiana ci offre una forma verbale che ci è nota come passato.
Distinguiamo due forme di passato: il passato prossimo, che esprime un evento avvenuto di recente, e il passato remoto, che invece indica una distanza molto lontana.
In questo paragrafo parleremo del passato prossimo.
Questo tempo verbale, che nel momento dell'enunciazione si identifica come “attuale”, pur indicando un'azione del passato, esprime un valore perfettivo, in relazione al punto di vista assunto sull'azione (aspettuale), ovvero ha il compito di indicare gli eventi nella loro compiutezza, delle azioni concluse, ma pur sempre ripetibili nell'arco temporale; per questo motivo è considerata una forma di passato “inclusivo”, proprio perché le azioni espresse non fanno parte di una dimensione temporale diversa rispetto a quella del momento cui l'enunciato fa riferimento.
La distinzione con l'imperfetto sta nel fatto di dar voce ad una serie di eventi cronologicamente collocabili; distinzione che vede partecipe, tra l'altro, il tempo passato remoto, che approfondiremo separatamente.
Il passato prossimo si forma con il presente dei verbi avere o essere in combinazione con il participio passato del verbo (io ho scritto); quest'ultimo si accorda invece con il soggetto della frase, in caso di ausiliare essere (Maria è andata a scuola). Si accorda invece con l'oggetto (complemento) quando questo è anteposto all'ausiliare avere sotto forma di pronome (la borsa? Non l'ho vista!)
Ma come scegliere quali ausiliari usare? Sappiamo che si sceglie avere per la coniugazione dei verbi transitivi (ho comprato una borsa). Si sceglie invece essere per coniugare quasi tutti i verbi intransitivi (sono uscito) poiché alcuni di questi, come “abbaiare” o “chiacchierare”, ecc. chiedono l'ausiliare avere. Si usa inoltre per i verbi riflessivi (mi sono avvicinato).
Situazioni ambigue possono capitare con alcuni verbi che prevedono un diverso ausiliare a seconda del contesto; per il resto, questo tempo verbale segue le normali regole che valgono per tutte le altre forme composte.
Ricapitolando, il passato prossimo indica: un'azione da poco trascorsa, una trascorsa da poco con effetti ancora presenti, un'azione trascorsa in un periodo temporale non ancora concluso.
All'interno della categoria dei sette modi verbali della nostra lingua (Categoria di Modo), questa forma verbale figura soltanto nel modo indicativo; lo osserviamo coniugando il verbo scrivere:
Indicativo passato prossimo |
Potrete consultare gli approfondimenti su modi e tempi citati nelle rubriche dedicate.