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Imperfetto
L'imperfetto, dal punto di vista aspettuale, è considerato un tempo imperfettivo, che evidenzia, cioè, l'aspetto dello svolgimento, del ripetersi o del perdurare dell'evento.
Fa parte dei tempi che coniugano le voci verbali al passato, esprimendo concetti (azioni) non conclusi, facenti parte del passato, appunto, le cui contingenze di inizio e fine sono considerate incompiute.
Può indicare un'azione captata nel suo svolgersi (mentre il ragazzo leggeva, andò via la luce) o un evento abituale (correvo ogni giorno per circa un'ora).
Tipicamente utilizzato per l'aspetto descrittivo della frase, poiché in grado di veicolare l'attenzione del ricevente del messaggio sull'oggetto descritto (era una giornata piovosa, le strade erano deserte, il vento spazzava via le foglie), questo tempo verbale si articola oltremodo bene relativamente al ripetersi di un'azione, che, come già visto, può rappresentare un evento ricorrente o meno, e a tal scopo può combinarsi con avverbi o espressioni temporali (la zia, indaffarata, faceva più volte su e giù dalle scale).
Si rivela la forma migliore con cui indicare situazioni irreali, di sogno, di gioco, temporalmente non definite (ho sognato che andavamo in Africa) e può, inoltre, essere d'aiuto per modulare, ovvero aggraziare, relativamente alla percezione del ricevente, il tono di una richiesta a carattere perentorio, quindi, dove imposteremmo uno sgarbato “che cosa vuole?” interverremmo gentilmente dicendo: “Mi dica, signora, voleva forse qualcosa?”.
Non semplifica di certo, in questo modo, l'enunciato, ma ci permette di affinare il messaggio, modificandone unicamente la forma.
Dal punto di vista narrativo, si rende utile per manipolare la forma descrittiva degli eventi, per renderla formale ed enfatizzarla, es: il detective seguiva tutti gli spostamenti: riteneva sospetto quel sostare davanti al negozio quando un attimo prima si accingeva a imboccare la strada di fronte.
Mal'imperfetto traduce al passato anche eventi ancora in fase di progettazione, es: pensavamo di andare in vacanza a Praga.
Abbiamo dunque osservato come questo tempo venga utilizzato con finalità descrittive, iterative, oniriche e ludiche, narrative, conative e desiderative.
Ben poche certezze solitamente si hanno, sul corretto uso dell'imperfetto in italiano: facile confonderlo con gli altri tempi in grado di esprimere l'incompiutezza di un evento; il più delle volte, ci si limita a prediligerlo in virtù di una proposizione temporalmente disposta in contesti remoti, piuttosto che vicini: è forse questo, l'errore più grande commesso.
Ma vediamo come, all'interno della categoria dei sette modi verbali della nostra lingua (Categoria di Modo), il tempo imperfetto figura e si adopera; lo osserviamo coniugando il verbo scrivere:
Indicativo imperfetto |
Congiuntivo imperfetto |
Potrete consultare gli approfondimenti sui singoli modi verbali nella rubrica dedicata.