L'allusione


Con l'allusione lasciamo intendere un determinato concetto utilizzando un sostantivo (un nome che indica una persona, una cosa, un luogo, una qualsiasi entità), ovvero, affermiamo qualcosa con l'intento di farne cogliere una differente.





Il termine stesso ci indica in realtà con che tipo di figura retorica avremo a che fare, se pensiamo che alludere significa sottintendere, accennare a qualcosa, lasciar capire...

Solitamente, il sostantivo in questione ha un qualche connotato storico importante, pressoché concordante con il pensiero da esprimere.


Potremmo accennare ad esempio alla battaglia di Waterloo per indicare tra le righe una sconfitta, in questo modo: “Per la conclusione di quell'importante progetto si prevede un Waterloo” oppure: “Non è stato altro che un Waterloo. Poteva essere evitato”.


La sconfitta ha un rapporto di similarità con il termine Waterloo, poiché quest'ultimo denuncia un insuccesso, un fallimento. Si presta, dunque, ad essere adoperato in tal senso.

 

Non soltanto storico, tuttavia, può essere il nesso proposto: abbiamo facoltà di spaziare tra le più disparate connessioni mitologiche o letterarie, pertanto possiamo, un po' come il concetto di antonomasia ci insegna, inquadrare una perpetua per individuare una “serva fedele” (riferimento letterario da I promessi sposi) oppure parlare di labirinto (contesto mitologico) per lasciar intendere una situazione difficile da sbrogliare, un intarsio di vicende complicate, magari.

 

Condividi  

 

Roberta Volpi