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I verbi italiani - i tempi verbali
Essendo il verbo, dal punto di vista sintattico, l'elemento portante della frase, attorno al quale si sviluppano i restanti elementi, esso svolge una funzione predicativa (indica un'azione, fatta o subita) nei confronti di un sintagma nominale (due o più parole aventi un legame logico stretto) pertanto, la sua forma varia a seconda del modo e tempo caratterizzanti l'azione esposta.
Tale “flessione” viene chiamata coniugazione e incide nella sola desinenza (parte finale e variabile del verbo) quando la radice (parte stabile) rimane immutata, e in tal caso si parlerà di verbi regolari, mentre incide in entrambe le parti se si tratta di verbi irregolari.
Vi sono tre tipologie di coniugazione:
- 1a coniugazione, indica i verbi che all'infinito finiscono in -are (parlare, pubblicare, ecc.);
- 2a coniugazione, per quelli che finiscono in -ere (scrivere, leggere, ecc.);
- 3a coniugazione, per quelli che finiscono in -ire (dormire, sentire, ecc.).
I verbi che all'infinito non terminano in nessuna delle tre, rientrano nella seconda coniugazione, ad esempio tradurre, comporre, ecc.
Dal punto di vista della forma, possiamo giostrare tra le seguenti coniugazioni:
- attiva (in cui un soggetto esegue un'azione);
- passiva (in cui un soggetto subisce un'azione);
- riflessiva (l'azione compiuta riguarda il soggetto che la esegue);
- impersonale (non specifica il soggetto che compie l'azione).
Una delle principali caratteristiche dei verbi è la possibilità di constare di un complemento oggetto o meno; perciò abbiamo:
- verbi transitivi (che permettono la presenza di un complemento oggetto);
- verbi intransitivi (che non prevedono complemento oggetto).
Possiamo indicare la funzione predicativa del verbo attraverso sette modi verbali:
- modi finiti, che indicano il soggetto che compie l'azione, per tipologia e numero* (indicativo, congiuntivo, condizionale, imperativo);
- modi infiniti, detti “impliciti”, poiché non indicano chi compie l'azione (infinito, participio, gerundio).
*La flessione del verbo, nella sua funzione predicativa, coinvolge un elemento fondamentale del processo di comunicazione che è la Persona, intesa come “colui che compie o subisce l'azione”, a cui attribuiamo i valori di prima, seconda o terza persona, che possono esprimersi al singolare o al plurale.
A comporre il sistema di coniugazione verbale sono anche i tempi, che consistono nella collocazione temporale delle azioni. Questi sono presente, passato e futuro, e si dividono in:
- tempi semplici, che constano, nella forma attiva, di un'unica parola (scrisse) e, in quella passiva, del verbo essere anteposto al participio passato di quello che segue (sono amato);
- tempi composti, che constano, nella forma attiva, dei verbi essere o avere anteposti al participio passato del verbo che seguono (ha scritto) e, in quella passiva, del verbo essere + stato + participio passato del verbo (fossero stati scritti).
Vedremo ogni modo e tempo verbale nello specifico nei paragrafi dedicati.