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I verbi transitivi

 

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Una delle maggiori peculiarità delle voci verbali facenti parte del ramo morfologico della lingua italiana, è la possibilità di reggere o meno un complemento oggetto. In questo caso, si parlerà di forma transitiva o intransitiva del verbo.


Il verbo è di genere transitivo quando l'azione indicata specifica il soggetto (o l'oggetto) che subisce l'azione. Es: ho letto un libro.

 

Le forme della transitività possono essere tre:


- attiva, con la quale si evidenzia che il soggetto dell'enunciato compie un'azione, è partecipe allo svolgimento dell'evento indicato (Mario ha scritto un libro);





- passiva, con la quale si evidenzia, all'interno dell'enunciato, il soggetto che subisce l'azione indicata (il libro è stato scritto da Mario);


- riflessiva, con cui l'azione indicata nell'enunciato si riflette sul soggetto stesso che la esegue, in parte o completamente. Con il soggetto, solitamente, concorda in genere, persona e numero, un pronome personale (mi sono lavato = ho lavato me stesso).

 

A differenza dei verbi transitivi, i verbi intransitivi sono quelli che “non transitano” su un complemento e quindi su un oggetto, pertanto, non rendono possibile la trasformazione dell'enunciato dalla forma attiva a quella passiva.

 

Le forme del verbo sono attive o passive in relazione al rapporto che stabiliscono con il soggetto. Quando una voce verbale è attiva, il soggetto che compie l'azione rappresenta l'agente della frase; quando questa è passiva, invece, l'agente si identifica nel complemento oggetto, anche detto “complemento d'agente”. Perché il complemento diventi il soggetto, è necessario che il verbo in questione sia transitivo.

 

Caratterizzante la forma passiva dell'enunciato è l'utilizzo dell'ausiliare essere (o, in taluni casi, del verbo venire) in combinazione con il participio passato del verbo scelto per indicare l'azione.
Es: Marco è stato sgridato dalla nonna.

 

Si ricorre, talvolta, anche all'uso del “-si passivante”, che non specifica l'agente che compie l'azione e trova espressione anteponendo la particella pronominale “si” alla terza persona (singolare o plurale) del verbo transitivo in questione.


Es: non si accettano assegni = gli assegni non sono accettati.

Per la forma attiva, invece, utilizziamo generalmente l'ausiliare avere, lasciando all'ausiliare essere il compito di coniugare alcune voci intransitive.


Tra la frase alla forma attiva e quella avente la forma passiva non vi è differenza di significato.

Molti verbi si prestano ad avere entrambe le forme: alcuni, ad esempio, solitamente collocati tra i verbi intransitivi, si trovano ad espletare funzione transitiva, perché seguiti da complemento o volti alla forma passiva. Es: Luca pianse lacrime amare.

 

Pertanto, talvolta non è possibile fare delle classificazioni esclusive che definiscano quali verbi si prestino unicamente a una forma o all'altra. Spesso, ci basterà analizzare il contesto nel quale l'evento enunciato si pone, per trarre la conclusione esatta.